Gay & Bisex
Ok mister, fai strada! (Cap. 3)
di bandolero16
07.01.2022 |
5.619 |
7
"Io gli salto addosso e, mentre ci baciamo, mi conduce in camera da letto…..."
AUGURI DI BUON ANNO A TUTTA LA COMMUNITY DI A69!Sono molto contento del successo delle prime due parti, mi piacerebbe che mi indicaste le vostre preferenze: se volete leggere di qualche scena in particolare, se volete che il rapporto tra Ale e Fra cambi nel tempo o che vengano introdotti nuovi personaggi. Aspetto i vostri commenti, godetevi la terza parte… :)
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Sono le 3 del pomeriggio. Fra è da poco uscito dalla doccia, sono seduto a cavalcioni sulle sue gambe, sul divano nel suo salotto, e gli disinfetto le ferite sul volto. Il suo addome è così scolpito e invitante che anche quando gli cade su una goccia di acqua ossigenata, mi fa venire voglia di leccarla via.
Ok, finito di disinfettare. Per ringraziarmi Fra mi scocca un bacio sulle labbra e mi scombina i capelli con le sue manone, che una sola basterebbe per agguantare totalmente il mio cranio, da un lato all’altro.
Ci alziamo e andiamo in cucina. Mentre preparo la moka del caffè Fra mi agguanta da dietro e mi stringe fortissimo, appoggiando il suo mento sulla mia testa.
“Stasera ricominciano gli allenamenti. Sei pronto, cucciolo?”.
“Certo. Non vedo l’ora di rivedere gli altri.”
Mi giro per dargli un altro bacio e mentre continuo a preparare il caffè lui va in camera a vestirsi.
Resto un’altra oretta da lui, per poi tornare a casa a studiare. Ci diamo appuntamento alle 19 sotto da me, per andare insieme al palazzetto.
Alle 19 in punto Fra passa a prendermi. Mi apre la portiera e io mi metto comodo nella sua spaziosissima Range Rover, dopo aver lanciato il borsone sui sedili posteriori.
Devo ammettere che con la tuta da allenatore è ancora più bono. La felpa è una taglia più piccola e sembra volersi stracciare ogni volta che Fra cambia marcia.
Arriviamo nel parcheggio del palazzetto. Siamo i primi, non ci sono altre macchine.
Io faccio per scendere, quando Fra mi trattiene per un braccio. Mi giro di scatto e lo vedo che mi fissa, quasi preoccupato.
“Fra..? è tutto apposto?”
“Ale senti…per quanto riguarda la squadra…”
“Non preoccuparti, ho già capito tutto. Nessuno saprà niente.”
Lui mi sorride, felice che io non abbia complicato le cose, e mi dà un bacio appassionato per ringraziarmi.
Scendiamo ed entriamo nel palazzetto. Poso il borsone su una panchina e do una mano a Fra ad accendere luci e riscaldamenti e ad aprire le porte dei bagni e degli spogliatoi.
I ragazzi iniziano ad arrivare a scaglioni. I primi sono Peppe e Carmine, i miei due migliori amici. Subito ci abbracciamo, come fratelli che non si vedono da una vita. Dopo una serie di convenevoli e di domande su come abbiamo passato le vacanze di Natale, iniziamo a riscaldarci.
Nell’arco di 10 minuti la squadra è al completo. Siamo tutti in campo, a fare stretching e a ridere e scherzare. Mi mancavano i ragazzi della squadra. Anche se sono il più piccolo e sento spesso di avere una vita totalmente diversa dalla loro, sanno sempre come includermi nei loro discorsi e strapparmi un sorriso.
Il mister si posiziona al centro del cerchio e con un colpo di tosse mette fine alle nostre risate.
“Ragazzi miei, volevo innanzitutto augurarvi un buon anno. Tra un mese esatto inizierà il campionato e voglio vedere il massimo impegno da parte di tutti voi. Abbiamo tutte le carte in regola per poter vincere, quindi, carichi e…prendiamoci tutto!”
“Sì, Mister!” rispondiamo tutti in coro.
L’allenamento inizia con gli esercizi di preparazione atletica, per smaltire i vari banchetti festivi. Durante un esercizio di stretching ai glutei cerco lo sguardo di Fra per provocarlo un po’; quando finalmente mi guarda io gli lancio uno sguardo ammiccante mentre sono in una posizione simile alla pecorina. Di tutta risposta Fra mi fissa per un paio di secondi senza alcuna espressione e poi si gira.
Diamine! ho capito che nessuno deve sapere nulla, ma così mi sembra un po’ troppo.
Durante un circuito sui fondamentali Fra mi mette in difesa, giocando io come libero, e inizia a scaricarmi addosso un carrello di palloni a tutta forza, nonostante fossi ancora un po’ a freddo. Tutte le mie prime difese fanno cilecca. Si sente che è il primo allenamento dopo settimane di pausa, ma Fra sembra quasi mettermi in difficoltà di proposito.
Dopo una serie di ripetizioni sbagliate, Fra sbotta: “Cazzo Ale, se non difendi, gli altri non possono fare il circuito. Vuoi concentrarti o sei venuto qui solo a chiacchierare? Guarda che se non hai voglia ci sono tanti ragazzi dell’under che pagherebbero per stare al tuo posto, e forse valgono anche più di te. Fammi un favore, vatti a cambiare, il tuo allenamento finisce qua…”
Silenzio.
I ragazzi restano completamente basiti. Io ho quasi le lacrime agli occhi. Mi volto per la vergogna e corro verso lo spogliatoio.
Appena entrato prendo il mio borsone e lo scaravento su una panchina, iniziando ad imprecare. Perché ha deciso di fare lo stronzo con me?!
Mi spoglio e vado ad azionare il getto della doccia, pensando già a chi chiamare per farmi venire a prendere. Esco dalla zona docce per prendere le ultime cose e mi ritrovo Fra davanti, al centro dello spogliatoio, con le braccia conserte.
La mia rabbia si accende in un istante.
“SI PUO’ SAPERE CHE CAZZO TI…MMH..MHHH.” Con una mano mi tappa la bocca.
“Shh, ahahah, non gridare piccolo… era l’unico modo che avevo per stare solo con te”.
“…Cosa?...Fra tu sei pazzo…”
“Guarda che hai iniziato tu. Ti è piaciuto fare la troietta prima, mentre ti dimenavi per mostrarmi il tuo culone?! Ora ti becchi le conseguenze”.
Detto questo mi prende in braccio, portandomi nella zona delle docce.
Mi sbatte contro una parete, mentre mi tiene con le sue forti braccia e con le mani mi impasta le chiappe. Iniziamo a limonare con passione. Con una mano gli accarezzo i muscoli da sopra alla felpa mentre con l’altra gli cingo il collo per mantenermi.
“Mi fai impazzire cazzo…io non resisto…ti scoperei in campo davanti a tutti”. Passa con la lingua sul collo, regalandomi piccole scosse di piacere.
“Guarda che… ahh…l’idea non…mi dispiace…ahhhhh” rispondo io, ansimando per via del suo lavoretto.
Mi fa scendere e mi gira contro la parete, per poi inginocchiarsi all’altezza del mio culo. Ci sputa sopra e di getto inserisce due dita. Io strabuzzo gli occhi, cerco di trattenere i mugolii per far sì che nessuno ci senta.
“Mamma mia senti com’è largo, te l’ho lavorato per bene, eh?”. Affonda la testa nelle mie chiappe, penetrandomi con la lingua e girandola a 360° velocemente mentre è nel mio buchetto.
L’acqua della doccia accesa nel box di fianco copre un po’ i miei lamenti, ma se continua così nulla riuscirà a trattenermi dal godere rumorosamente.
D’un tratto si rialza in piedi e tirandomi per i capelli mi gira la testa per permettermi di guardarlo negli occhi. Con l’altra mano si slaccia il nodo della tuta, mentre mi guarda con uno sguardo quasi ipnotizzato, carico di lussuria, che accende tutte le mie voglie.
Si abbassa pantaloni e mutande, mi sputa in faccia e con un colpo di reni è tutto dentro.
Ormai sono completamente abituato alle sue dimensioni, la monta inizia fin da subito ad essere piacevole. Sono a pecora contro la parete, con le mani cerco di reggermi come meglio posso perché i suoi colpi forti rischiano di farmi dare una testata contro il muro.
Con le mani inizia ad esplorare il mio corpo, accarezzandomi i fianchi, le gambe e la schiena. Il ritmo della scopata aumenta gradualmente. Sento il suo cazzo che stimola il mio buchetto, scopandolo velocemente con un dentro-fuori che mi regala un piacere immenso proprio all’altezza dello sfintere.
Tempo 2 minuti e sono già tutto bagnato. La saliva con cui mi ha lavorato prima inizia ad uscire a ritmo dei suoi colpi e sembra quasi diventare una crema. Il mio buchino fa un rumore che mi eccita da matti, come fosse una vera figa bagnata che viene scopata. Mi fa sentire una donna. La sua donna.
Le sue mani arrivano sulle mie chiappe, sculacciandole forte e ripetutamente.
“Non osare lamentarti, se qualcuno ci scopre è la fine…per te”.
“Fra… ahh… ti prego… fai più…AHH… fai più piano. Non riesco a resistere se mi scopi così forte…AHHH”
“Ma come piccolo, prima mi provochi e poi non riesci a resistere?! Stai zitto e apri stai figa dai, che te la rompo una volta per tutte.”
Con un calcio mi divarica ancora di più le gambe, il suo cazzo guadagna centimetri nel mio culo e parte una monta ancora più forte.
Le sue mani mi arrivano al volto, stringendomelo forte. Gli indici sono appoggiati sugli incavi degli occhi, mentre mignoli e anulari ai lati della bocca me la allargano e, in automatico, caccio la lingua di fuori. La saliva inizia a scorrere dalla mia bocca, non riesco a controllarla.
La sua cappella mi stimola la prostata, mi sta dominando come un vero toro. Il mio cazzo, di tutta risposta inizia a gocciolare. Con un colpo più forte degli altri mi fa sbattere contro il muro ed esce dal mio culo, ma subito ci infila due dita, che inizia a girare.
“Mi dai un po’ di pietà? Che cazzo ahahah”. Lui mi sorride a 32 denti e mi fa: “Ma come faccio? Guarda che culone da troia che hai, è lui che mi chiama”.
Mi giro e inizio a baciarlo con passione, mentre con una mano gli sego il cazzo per tutta la sua lunghezza. Mentre ancora le nostre labbra sono incollate, salgo di nuovo in braccio a lui e mi punto da solo il cazzo sul mio buchetto. Lentamente scendo, e sento la sua cappella che si fa spazio nel mio culo. Ha una faccia estasiata.
Mi appoggio con la schiena al muro e inizio a fare su e giù con il bacino per regalargli piacere.
Ad un tratto la porta dello spogliatoio si apre. Entrambi siamo paralizzati. La voce di Peppe risuona fino alle docce. “Aleeee, per caso è entrato il mister?”. Io all’inizio non rispondo, in preda all’ansia di essere scoperti. Guardo Fra negli occhi. Di nuovo quello sguardo. No, ti prego. Non ora…
Inizia a fare avanti e indietro con movimenti decisi, scopandomi solo con mezza asta senza sbattere contro il mio culo, per non fare rumore. Il suo cazzo però si sente, si sente eccome…
“No Peppe… ehm…non è entrato nessuno.” Mi mordo le labbra per non tradirmi, mentre Fra si gode la scopata e la visione di me che mi dimeno per non emettere il minimo rumore.
“Ah ok, allora andrò a controllare in parcheggio, forse è in macchina. Comunque mi dispiace per prima Ale, secondo me il mister ha esagerato.”
“Cazzo, Peppe, non è il momento di parlarne. Sapessi poi quanto sta esagerando qui dietro” penso io.
“Sì vero, è proprio uno stronzo.” gli faccio, mentre guardo Fra con aria di sfida. Lui mi sorride e con il labiale scandisce T-R-O-I-A. Mi arriva un colpo più forte degli altri che mi fa agitare tutto, forse lo sento di più perché sono totalmente in tensione, sia per mantenermi in braccio a Fra che per trattenere il piacere.
“Vedrai che gli passerà Ale, forse è nervoso perché non ha scopato abbastanza in queste feste ahahah”
“Sì Peppe, Sicuramente ahahah”. Io e Fra ci guardiamo con aria di complicità.
Appena la porta dello spogliatoio si chiude Fra mi sfonda completamente con tutta l’asta, mentre con la testa si immerge nel mio collo. Le sue palle sbattono contro il mio culo e io riprendo a mugolare come una cagna.
“Allora? Chi è lo stronzo?”
“Tu…ahh…cazzo!”
“Però ti piace come ti scopa lo stronzo, eh?”
“Sì…mi piace…aaahhh…non ti fermare ti prego”
Mi aggrappo alla sua schiena immergendo le unghie nella felpa. In questa posizione e a questa velocità l’orgasmo è vicino.
Ho il suo orecchio esattamente di fronte alla bocca, così inizio ad ansimarci dentro e a leccarlo. Questo basta per infoiarlo ancora di più. Fra porta la sua fronte contro la mia, chiude gli occhi e inizia a pompare come una bestia. Le vene sulla sua fronte si gonfiano tutte e il suo viso diventa rosso. Mi sento totalmente slabbrato, il suo cazzo ormai ci naviga nel mio buco. Mi ha totalmente rotto la figa.
I colpi fortissimi alla prostata mi fanno godere da matti, non me ne frega più nulla di non farmi sentire, ho soltanto voglia di far esplodere tutto il mio piacere.
La stimolazione mi regala una sensazione insopportabile, come uno stimolo a dover fare pipì che resta fisso, mentre sento sempre di più il piacere della scopata. Non mi era mai capitato. Questo formicolio diventa sempre più forte e io inizio a godere sempre di più. Fra ormai mi sta martellando senza pietà, il mio buco ha perso totalmente il riflesso di chiudersi.
I nostri gemiti diventano sempre più forti, i nostri corpi si stringono sempre di più e questa sensazione in me continua a crescere, finché ad un tratto il mio buco si chiude intorno al suo cazzo. La sensazione di dover andare in bagno esplode in una scossa fortissima, accompagnata da schizzi di sperma che escono dal mio pisello moscio. Di contro il calore del mio buco ristretto è la goccia finale per Fra, lo fa impazzire di piacere e gli permette di inondarmi il culo con il suo sperma.
I nostri respiri iniziano a sincronizzarsi. Siamo sudatissimi. La doccia aperta per tutto il tempo ha creato una cappa nello spogliatoio e le goccioline di vapore hanno inumidito i nostri capelli.
Fra lentamente mi adagia a terra, passa per il bagno per asciugarsi per poi tornare da me. Mi abbraccia all’altezza del fondo schiena e si avvicina per darmi un bacio. Io, per ricambiare, devo alzarmi sulle punte.
Quando si stacca mi guarda nell’anima con i suoi occhi e mi sussurra un semplicissimo ma ad effetto “Mi fai impazzire.”
Io lo bacio di nuovo e mi avvio verso la doccia per potermi finalmente lavare.
“Ah a proposito. Ricordati di chiamare tuo padre”.
“Mio padre non c’è stasera Fra, è a lavoro. Ora vedo un po’ chi chiamare per farmi venire a prendere”.
“Ma no scemo, che hai capito, torni via con me quando finisce l’allenamento. Chiama tuo padre per dirgli che stasera dormi fuori. Ti voglio a casa mia stanotte, ho voglia di scoparti ancora.” Detto questo si gira, e torna in campo dagli altri.
Quest’uomo è un pazzo.
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Aspetto la fine dell’allenamento sugli spalti. Quando tutti vanno via aiuto Fra a chiudere il palazzetto, ci infiliamo in macchina, ci diamo un bacio e facciamo rotta verso casa sua.
Appena entriamo dalla porta arriva una notifica sul telefono di entrambi. È Marco, il nostro capitano, che scrive sul gruppo Whatsapp della squadra:”Ragazzi, vi ho detto un milione di volte che non dovete perdere tempo in doccia. Stasera è finita l’acqua calda e noi rimasti per ultimi abbiamo dovuto fare la doccia fredda. Qualcuno di voi sa qualcosa?”
Io e Fra ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Lanciamo i telefoni sul divano all’ingresso. Io gli salto addosso e, mentre ci baciamo, mi conduce in camera da letto…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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